
Stiamo vivendo un tempo di crisi e non soltanto economica, ma anche sociale, morale e quindi di valori, ma questo non giustifica le voci di coloro che Papa Giovanni chiamava “profeti di sventura”, e che a partire dalla difficile situazione attuale, della pandemia predicono la catastrofe, la fine del mondo imminente. Sappiamo che tutto ciò che esiste è stato creato e va verso una fine, una conclusione, ma quanto ai tempi e ai momenti, come ricorda il Vangelo non sta a noi individuarli.
Oggi poi la comunità di Scardovari e Bonelli celebra la festa del ringraziamento, cercheremo di fare alcune riflessioni alla luce di questa celebrazione.
la parabola dei talenti parla della venuta di Gesù per il giudizio universale. Quando ritornerà, egli esigerà di sapere da noi come abbiamo usato il nostro tempo, cosa abbiamo fatto della nostra vita e dei talenti che abbiamo ricevuto, cioè delle nostre capacità. Il premio per il buon uso sarà la partecipazione alla gioia del Signore, cioè al banchetto eterno. La parabola racchiude un insegnamento fondamentale: Dio non misurerà né conterà i nostri acquisti, le nostre realizzazioni. Non ci chiederà se abbiamo compiuto delle prodezze ammirate dal mondo, perché ciò non dipende da noi, ma è in parte condizionato dai talenti che abbiamo ricevuto. Vengono tenute in conto soltanto la fedeltà, l’assiduità e la carità con le quali noi avremo fatto fronte ai nostri doveri, anche se i più umili e i più ordinari.
I talenti possono significare le capacità naturali, i doni e i carismi ricevuti dallo Spirito Santo, ma anche il Vangelo, la rivelazione, e la salvezza che Cristo ha trasmesso alla Chiesa. Tutti i credenti hanno il dovere di ritrasmettere questi doni, a parole e a fatti.
Senza Dio l’uomo non riesce a creare una società buona e giusta, senza Dio anche Scardovari, Bonelli è invitata oggi ad essere esempio, invito alla giustizia.
Una delle principali caratteristiche della vita cristiana è la consapevolezza che a cominciare dalla nostra vita tutto è dono di Dio, e quindi se tutto è dono, dobbiamo sapere ringraziare colui che è la fonte dei Doni. Dio stesso.
Spesso però le parole della terra, del mare e dei suoi frutti gridano al cospetto di Dio, come il sangue di Abele (Gen 4,10). Molte, infatti, sono le sofferenze che si nascondo dietro ai frutti della terra e il lavoro degli agricoltori, dei pescatori: grida al cospetto di Dio la stima inadeguata per chi sceglie di fare l’imprenditore agricolo, il pescatore, grida al cospetto di Dio la burocrazia spesso lenta e impacciata nell’attuazione dei miglioramenti, grida al cospetto di Dio il credito non concesso da parte degli Istituti bancari, gridano al cospetto di Dio le leggi non sempre all’altezza degli scopi che si prefiggono, ed infine, ma non ultimo, lo sfruttamento che non tiene conto del rispetto e della dignità delle persone.
Certamente non sono solo i lavoratori della terra a soffrire, ma anche molti altri soffrono per una grave crisi del tessuto produttivo del nostro territorio.
Le parole della terra, le parole del mare però, dicono anche che ci sono ancora uomini, donne giovani, ormai pochi per la verità, audaci e generosi che hanno scelto di restare nei campi, nel mare. e meritano di essere accompagnati con grande stima.
Per tutti le zolle della terra, le acque del mare sono intrise del sudore e della fatica dell’uomo.
Ma questo uomo non è solo. Il salmista, un uomo cha amava la terra come voi la amate, ringrazia Dio perché la potenza dell’Altissimo è passata attraverso le sue mani. Chi lavora la terra non è solo.
C’è Dio con lui.
Allora oggi uniamo le nostre voci di riconoscenza verso Dio. La terra e il mare e i loro frutti, infatti, ci donano il messaggio che Dio non si è stancato di noi.
Di fatto terra, il mare e i suoi frutti ci dicono diverse verità che appartengono alla nostra fede e servono per la nostra vita spirituale. Tra queste ne ricordiamo almeno due:
che la pazienza che accondiscende ai tempi della Provvidenza, ripaga sempre;
che l’accoglienza del seme è garanzia di generosità perché la terra accoglie un seme e restituisce una spiga.
Grazie Signore per quella fede che sa accogliere i frutti della terra e del mare e sa ascoltarne le parole.
Grazie terra, grazie mare grazie uomini e donne che la custodite e alla quale vi dedicate con passione e sacrificio.
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